La protesta e l’impossibile. Cinque saggi su Michelstaedter.
- Autore: Marco Fortunato
- Tipo: Monografia
Dati bibliografici
Marco Fortunato. La protesta e l’impossibile. Cinque saggi su Michelstaedter. Milano-Udine, Mimesis, 2013. 150 p. ; 21 cm
FCM VIII 291
Descrizione
“Il pensiero di Michelstaedter, che si esprime anche in un’interessante produzione poetica, ruota attorno ai due poli della protesta e dell’aspirazione all’impossibile.
La protesta è rivolta contro ciò che Michelstaedter chiama rettorica. Rettorica è sia la condizione di inconsistenza ontologica dell’uomo causata dal suo incessante infuturarsi e dal suo disperdersi nelle relazioni dettate dai bisogni, sia la grottesca monumentalizzazione-radicalizzazione di tale penosa condizione che compie attraverso l'”invenzione” del sapere, che lo illude dell’esistenza di una sfera eterna del reale cui lui parteciperebbe grazie alla sua anima, e la fondazione dell’apparato socio-politico-istituzionale, che gli promette di sollevarlo da ogni problema ma in realtà non è che l’organizzazione della sua violenza nei confronti dei suoi simili e della natura.
L’impossibile è ciò che Michelstaedter chiama persuasione: la capacità dell’individuo non di attingere l’Assoluto ma di divenirlo lui stesso, elevandosi alla pura incontradditorietà dell’Essere parmenideo in un istante (del) presente in cui finalmente stia e consista totalmente avulso dai richiami del passato e soprattutto dalle sirene del futuro. Aspirazione certamente grandiosa, che però non tiene adeguatamente conto di come l’uomo non possa non infuturarsi di continuo perché, come coglierà l’esustenzialismo, è il suo inquieto e, se si vuole, disgraziato destino trovarsi sempre oltre-al di là-fuori di sé.” (4a di copertina)
Contiene i seguenti saggi: Il cor-rispondersi di poesia e filosofia in Michelstaedter, La poesia di Michelstaedter: l’abbandono del tempo, La “persuasione” di Michelstaedter fra essere, totalità e istante, Il nulla come rinvio della “rettorica” e della “persuasione” in Michelstaedter, Michelstaedter e Leopardi: l’impossibile e la memoria