Il sistema-Leopardi. Teoria e critica della modernità.
Dati bibliografici
Fabio Vander. Il sistema-Leopardi. Teoria e critica della modernità. Milano-Udine, Mimesis, 2012. 359 p. ; 21 cm
FCM VIII 321
Descrizione
Nella parte quarta, intitolata Il problema-Leopardi. Critica dei critici, il volume contiene un capitolo su Ontologia e suicidio. Michelstaedter versus Leopardi (p. 291-304).
Incipit del capitolo:
Eugenio Garin all’inizio della Postilla michelsraedteriana al suo libro sugli intellettuali del ‘900 riportava, condividendolo, il giudizio di Giacomo Debenedetti del 1922: Carlo Michelstaedter fu un “Werther che si sforza ad essere Nietzsche”. A noi proprio questo riguardo interessa indagare: la collocazione dell’intellettuale goriziano entro una costellazione culturale fra Goetheszeit, cioè l’epoca di Leopardi e l’anti-Goethe e anti-Leopardi di Nietzsche. Beninteso lo “sforzo” di Michelstaedter era proprio verso Nietzsche, considerato teorico di una “persuasione” alternativa al pensiero astratto e vacuo della “rettorica”; anche se entro l’opera del goriziano agiva un retaggio peculiarmente italiano (il riferimento al Werther va inteso come ad una Humanitas classicamente italiana), che complicava il discorso di Michelstaedter e lo rendeva tanto originale quanto tragico.
Anche quella di Michelstaedter era insomma una irrazionalizzazione del paradigma italiano, il suo era un’anti-Leopardi, anche se si trattava dell’anti-italianità di un italiano, per altro di origine e cultura ebraica, oltre che di formazione tedesco-mitteleuropea e classico-erudita.